LE GROTTE DELLA GURFA

storia, mistero e leggenda.
Data:

05/02/2024

© Francesca Cardinale - Comune di Alia

Descrizione

                                             SCOPRI ALIA - MAPPA INTERATTIVA

La Gurfa si trova nel territorio di Alia, a sud-est della provincia di Palermo.

Si raggiunge percorrendo la S.S. n.121, da Palermo per Agrigento uscendo al bivio Manganaro per Alia. Al Km 189 si entra nell’abitato, si attraversa e percorrendo la S.P. 53 si giunge alla collina, dove sul fianco sud-ovest si aprono suggestivamente nella roccia le aperture di questo antichissimo insediamento rupestre.
Come già faceva notare opportunamente Silvana Braida, contrariamente a quanto può fare pensare la loro attuale denominazione, “Grotte della Gurfa”, non si tratta di grotte naturali, poi lavorate e adattate dalla mano dell’uomo, ma di un monumento di architettura rupestre, cavato nell’arenaria rossastra che compone il nucleo della collina.
La complessa problematica della datazione ed attribuzione  di quest’opera monumentale è resa ancor più enigmatica dalla mancanza nell’area di reperti fittili che possano orientare nella datazione, essendo gli ipogei ininterrottamente abitati fino agli anni ’90 del ‘900, con uso agricolo.“…
La carenza di documentazione unita alla mancanza di evidenze archeologiche hanno spinto gli studiosi a formulare le più svariate ipotesi sull’origine del complesso:-attribuito a popolazioni pelagiche (Orsi);-considerato un insediamento eneolitico, legato alla presenza della necropoli sulla sommità del costone roccioso (Cumbo);
-confrontato con le camere sepolcrali micenee, sull’esempio aulico del famoso “tesoro di Atreo”, a cui ad un’ampia sala circolare, cupoliforme, anch’essa dotata di foro in sommità è annessa la camera sepolcrale (Rocco);-paragonato al grande ipogeo di Hal Saflieni di Malta, appartenente alla cultura megalitica (Braida);
-visto come insediamento tardo-romano, bizantino o genericamente altomedievale (Trasselli-Maurici) ma definito saraceno nella tradizione popolare;-ed infine considerato decisamente medievale (Bresc).… l’unico dato incontestato rimane la compresenza sul sito di una necropoli datata all’età del rame. Incontestata rimane, inoltre, l’origine araba del toponimo che, però, nulla di definitivo ci dice sulla nascita del complesso ma che ne attesta un uso specifico da parte di gente islamica, in un lasso di tempo intercorrente fra la conquista musulmana dell’isola e il periodo delle rivolte sotto il dominio di Federico II (dalla metà del IX secolo al primo quarto del XIII).
Sul significato del toponimo vi sono varie interpretazioni. Il termine Chufra, dall’arabo Hufrah, starebbe ad indicare una ‘fossa’, Gurf sarebbe usato per indicare una ‘parete scoscesa del monte’; Gurfa, dall’arabo Gurfah (Yurfah singolare, Yurf plurale), equivarrebbe al termine ‘stanza ai piani superiori’ (Caracausi). Nell’Africa del Nord ancora oggi esistono insediamenti che mantengono il nome Gurfa. Tale appellativo è usato per indicare una sorta di magazzino-granaio(Pellitteri). ….la Gurfa è citata per la prima volta, nei documenti, come popoloso e florido casale ‘arabo’, dato già esistente nel 1150 quando fu concesso dal re Guglielmo allo Spedale dei Lebbrosi di Palermo. Successivamente il casale entrava a fare parte dei possedimenti dell’Ordine Teutonico a cui lo Spedale dei Lebbrosi passava con tutti i suoi beni. …
Per ciò che riguarda gli ambienti scavati nella roccia essi sono disposti su due distinti livelli. Al livello inferiore sono stati ricavati due grandi vani dotati di ingressi indipendenti comunicanti tramite una galleria posta sul lato prossimo alla facciata. Il primo di questi vani ha pianta quadrangolare e rimane caratterizzato dalla singolare soluzione adottata nella conformazione dell’estradosso della copertura a due spioventi con colmo centrale. Il secondo ambiente, a pianta circolare, è a dir poco sorprendente sia per le dimensioni (12,50 metri c.a. di diametro per 16 metri di altezza), sia per il singolare profilo campaniforme culminante in un foro centrale.
Per mezzo di alcuni gradini scavati nella parete rocciosa ed attraverso un piccolo ingresso ricavato ad altezza d’uomo si accede al livello superiore. Esso è costituito da quattro ambienti di forma parallelepipeda dalle dimensioni ridotte rispetto a quelle del sottostante piano. Brevi passaggi rendono intercomunicanti gli ambienti. …. La veduta da questo luogo del monte di Cammarata e del Cassaro di Castronovo ha consentito di ipotizzare l’appartenenza della Gurfa al sistema del Platani. Il secondo livello alla fine di un corridoio si affaccia dentro il grande spazio del vano campaniforme entro il quale, palesamente, una volta esisteva un collegamento verticale fra i due livelli. …”.
(da: Scheda tecnica Comune di Alia. Parco sub-urbano della Gurfa , testo a cura della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo-Sezione Archeologica)
Gli studi più recenti sulla Gurfa, ad opera di Carmelo Montagna, che vi ha rinvenuto e pubblicato un Tridente ed un monogramma Cristiano IHS incisi, inseriscono il sito nel contesto archeologico dell’idrovia Platani-Fiumetorto/San Leonardo, ponendo l’attenzione sulle memorie “minoiche” e micenee, che secondo gli storici antichi risalirebbero a “tre generazioni prima della guerra di Troia”, che ne caratterizzano fortemente il paesaggio culturale protostorico: “…il racconto della saga di Minosse in Sikania si conclude con la sua tragica scomparsa e la sepoltura in un ambiente funerario monumentale, interno e riservato, associato ad una grandiosa architettura templare dedicata ad Afrodite, aperta al culto. La sua deposizione avvenne in età protostorica  presso Kamikos, in un’architettura costruita da Dedalo per re Kokalos, da ricercarsi lungo la vallata del fiume Halykos/Platani. …Proprio perché la thòlos della Gurfa è la più grande del Mediterraneo, con caratteri simbolici unici ed originari perfino rispetto alla celebrata thòlos di Atreo a Micene, bisogna pensare ad un’attribuzione artistica per la sua manifattura alla sapienza architettonica di un costruttore che, in assenza di altri riferimenti certi, possiamo chiamare “dedalico”.
Opera infatti alla Gurfa e successivamente in tutta la vallata del Platani ed in ambienti similari siciliani, una scuola di architetti e costruttori legittimamente da intestare a Dedalo….alla thòlos della Gurfa opera uno dei grandi ed antichi artefici/costruttori del Mediterraneo, comunque il più grande architetto della protostoria siciliana …. In assenza di altri riscontri, molto probabilmente è da identificare con la stessa figura mitologica di Daidaleos-Dedalo, impegnato nella realizzazione della sepoltura della figura mitologica di Minos-Minosse in Sikania. …” (da: Carmelo Montagna , Segni, simboli e sacralità arcaica alla Thòlos della Gurfa , in:Sulle tracce di Minosse, 2005)
L’ambiente a thòlos monumentale della Gurfa, con la sua camera funeraria dal tetto “a tenda” di piano terra, è associabile pertanto, per le sue dimensioni da primato mediterraneo, a quelli ellenici, datati attorno al 1400 a.C., di Micene (Tesoro di Atreo) e di Orchomenos (Tesoro di Minyas), fino al punto di identificarne la denominazione come probabile Tesoro di Minos/Minossein Sikania.
Su questo la ricerca è ancora in corso e l’autore ne anticipa le linee essenziali in  Il Tesoro di Minos  (2009).
VISITA ALLE GROTTE DELLA GURFA
Per visitare le Grotte della Gurfa è necessaria la prenotazione, contattando telefonicamente l'Ufficio d'Informazione Turistica del Comune di Alia, da lunedì a venerdì dalle ore 9,00 alle 13,30 e dalle ore 15,00 alle ore 17,30 - sabato e domenica dalle ore 9,00 alle ore 13,30 ai seguenti numeri telefonici: 091 - 821 0913 -  091-821 -  9528 - cell. 327 8075220 oppure all'indirizzo mail: ufficioturisticoalia@libero.it

Bibliografia essenziale:
- C. Leone Cardinale, Alia: notizie geografico-storico-etnografiche e documenti diversi intorno alla sua origine, Palermo 1901, ristampa a cura del Comune di Alia del 2001;
- Biagio Pace, Arte e Civiltà della Sicilia Antica, ed. Società Editrice Dante Alighieri,prima edizione 1935. Vol IV (ed.1949) ;
- Eugenio Guccione, Le Grotte della Gurfa, in :Un mese a Palermo, anno III, n°7, Luglio 1976;
- Silvana Braida, Alia. Le Grotte della Gurfa, opuscolo del Comune di Alia, senza data. La stessa studiosa, architetto e storica dell’architettura, ha ripreso l’argomento varie volte, in particolare pubblicando : Le Grotte della Gurfa , in: Incontri e iniziative- Memorie del centro di cultura di Cefalù,  n°1/1984;
- AA.VV. La Gurfa e il Mediterraneo- Atti del Convegno di Studi storico-archeologici sulle Grotte della Gurfa (Dicembre 1995), ristampa ed. 2001, Comune di Alia;
Islam in Sicilia. Da Alia a Nàlut, le mille e una Gurfa,  Atti del Convegno di Studi-28 giugno 1997, a cura di Antonino Pellitteri, Comune di Alia;
- Francesco Tomasello, Le tombe a tholos della Sicilia centro meridionale, Cronache di Archeologia 34-35/1995-96, ed.CNR-Università di Catania, 1997;
Palermo e Provincia – Archeologia / Testimonianze archeologiche della Provincia di Palermo, ed.2005, Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Palermo, testo di Amedeo Tullio, archeologo, pp.30-31;
- Carmelo Montagna (a cura di), Sulle tracce di Minosse, ed. Comune di Alia-Ass.to Regionale BB.CC.AA. e P.I., 2005 (Atti del Convegno di Studi 2004);
- Carmelo Montagna, Thòlos e Tridente. Il simbolo del tridente e la civiltà  della thòlos nella valle del Platani, ed. Comune di Alia-Ass.to Regionale BB.CC.AA. e P.I., 2007.
(Scheda storico-artistica a cura di Carmelo Montagna, 20.1.2009)

THE GURFA, ALIA, HISTORY AND MISTERIES  - Artistic-Historical paper on The Gurfa, Alia.

The Gurfa is situated in the territory known as Alia, in the south east of the county of Palermo. To reach Alia take the S.S. 121 Palermo – Agrigento exiting at the junction for Manganaro and continue on this road till you reach Alia (km 189). Proceed through the village to the S.P. 53 that takes you to the hills on which, to the south west, stands an ancient rock with several openings forming this mysterious complex that is today known as “the Grotte della Gurfa”, a name that as Silvana Braida noted may cause one to think that these grottos are of natural formation when in reality they are a man made architectural monument fashioned out of the reddish sandstone that forms the hill. The complex question of dating and attributing of this monument is further complicated by the lack of archaeological finds in the area. Inhabited since the hypogenous!!!  And used for agricultural purposes till the late 1990s.

“…The lack of any kind of documentation or archaeological evidence has led to scholars formulating many hypotheses as to the origins of the complex; for example:

-they have been attributed to a pelagic people (Orsi),

-regarded as a Neolithic settlement, due to evidence of a necropolis on the hilltop (Cumbo),

-compared to the Mycenaean sepulchre room, the aulic example that is part of the “treasure of Atreo” within which a large domed circular room, also -having rope holes, is regarded as such (Rocco),

-compared to the large hypogeum of the Hal Saflieni in Malta that is attributed to the megalithic age and culture (Braida),

-considered to be a late Roman settlement, Byzantine, or early medieval (Trasselli-Maurici) but belonging to the Saracen culture

-and finally considered to be definitely medieval (Bresc).

“The only fact that is uncontested is that there is also a necropolis on the same sight. The name is of Arab origin, however, this does not does not necessarily mean that the complex is also of the same origin. What it does indicate is that Muslims used the site in the period between the Muslim conquests of the island up to the uprising during the reign of Frederic 2nd (mid 9th century and the first quarter of the 13th century).

A number of theories have emerged as to the significance of the name: the term Chufra (from the Arab Hufrah) would indicate a “grave”; Gurfa, could be interpreted as “steep mountain side”; Gurfa (from the Arab Yurfah/Yurf) translates as “room on an upper floor”(Caracausi). Even today, in North Africa, there are settlements that are known by the name Gurfa, a name that is used to indicate a grain store/barn (Pelitteri). .…..”the Gurfa is first recorded, as an existing prosperous and populated hamlet (Arab), in documents pertaining to 1150 when King William granted the sight to be used as a hospital for the lepers of Palermo after which, it and all it possessed, became part of the estate of the Teutonic Order…..the complex, that appears to be carved out of the rock, is on two different levels; the lower floor has two rooms ,with independent entrances, that are connected via a gallery that runs along the façade (external wall). The first of these rooms is square and is notable for the unusual formation of the pitched ceiling. The second is surprising both because of its size (12.5 metres in diameter and 16 metres high) and shape, bell-shaped (campaniform), with an opening in the centre of the roof. Steps, carved out of the rock wall, lead to a small, body high, opening leading to the upper floor that consists of four (parallelepiped shaped) chambers, smaller than those on the lower floor, that are connected by short passage ways. The end of one of these passageways terminates in a large opening that overlooks the large bell shaped chamber below, suggesting that at one time the two levels were linked vertically…The view from this site of Mount Cammarata and of the Keep/Castle of Castronovo supports the hypothesis that the Gurfa is part of the Platani network” (From documents belonging to the planning department (Alia) The Suburban Park of the Gurfa, produced by the Archaeology Department, Planning Office, Palermo, BB.CC.AA.).

The most recent studies, research by Carmelo Montagna, result in the discovery and publication of an IHS inscribed Trident and Christian Monograph which, would suggest that the complex could be placed in archaeological terms with the network of waterways formed by the Platani-Fiumetorto/San Leonardo rivers thus leading to a further study of the Minoan and Mycenaean records, which illustrate protohistoric cultural evolution, that according to ancient historians date back to “ three generations before the Trojan Wars”: “ the tale of the saga of Minus in Sikania ends in his tragic demise and burial in a monumental tomb, isolated in the hinterland, incorporated in an architecturally grandiose Temple dedicated to Aphrodite and open to the cult for worship. His testimony was made in the protohistoric age near Kamikos, in an edifice designed and built by Dedalo for King Kokalos, to be found in the valley of the river Halykos / Platani. …Precisely because the Tholos of the Gurfa, with its unique symbols, is the largest in the Mediterranean even compared to the celebrated Tholos of Atreus in Mycenae it would be reasonable to assume, lacking any other reference points, given the artistic and architectural style that it probably belongs to the “dedalic” school. There is evidence, in fact, at the Gurfa, in the valley of the river Platani and in areas that are similar across Sicily of a school of architects and craftsmen that can, given the evidence, be associated to Dedalo. …. one of the greatest and oldest craftsman/ builders of the Mediterranean, in any event, the greatest architect of  protohistoric Sicily, had a hand in the Tholos of the Gurfa…. In the absence of any other evidence, the most probable conclusion is a connection with the mythological figure of Daidaleos-Dedalo who was to have been involved in the sepulchre/tomb of the mythological figure Minos-Minos in Sikania…” (from Carmelo Montagna, Signs, Symbols and archaic sacredness at the Tholos of the Gurfa, in : Tracking Minus, 2005).

The monumental Tholos complex, with its burial chamber and its “curtained” ceiling, can be associated, because of its size of Mediterranean supremacy, to those, recorded around 1400 B.C., of  Mycenae (Treasure of Atria) and Orchomenos (treasures of the Mayans) allowing a probable allocation of the site as a Treasure of Minos/Minosse  in Sikania. Research is still on going in order to establish this fact, which, is presented by the author of Il Tesoro di Minus (2009).

And yet…”in the attempt to make some sort of sense to the architecture of the entire complex of the Gurfa it seams reasonable to assume that it has a background that is that of the tholos appertaining to the culture of the Mycenaean’s in the valley of Halykos-Platani. What we have is a grandiose tomb/temple belonging to the protohistoric age, the probable result of an intercultural exchange between people from across the seas and the indigenous Sikanians, the former identify themselves with their knowledgeable use of the symbol of the trident. The creation of artefacts could therefore be traced back to a period after an unpredicted tragic event that probably occurred within the coastal area of Makara-Minoa that necessitated the building of a monumental tomb for the “hero” leader of a cult. The hypothesis of shared rituals and liturgies, introduced by the indigenous people, leads to the probable conclusion of a restructuring of an existing important place of worship, both shared and central, for the entire Sikanian territory. This is why the Gurfa is at the geographic heart of Sikania and along the important waterways: the Platani-Fiumetorto/ St. Leonardo, from Heraclea Minoa and Himera and from coast to coast…” (Carmelo Montagna Gurfa Aurea. Considerazioni sull’insediamento rupestre della Gurfa di Alia e sul suo dedalico costruttore: tracce protostoriche di ‘geometria sacra’ e ‘divina proporzione’, di ‘sezione aurea’, nel contesto della ‘Cultura della Thòlos’ della valle del Platani-Halykos  e del Mediterraneo, research awaiting publication).

Di seguito i link per il percorso migliore:

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento: 06/05/2025 10:53

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